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QUEL GIOCOSO PING PONG TRA BAMBINO ADULTO E GENITORE

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C’è che a me, come a tutti i discoli distratti, serve una punizione, di tanto in tanto, per rimettermi in carreggiata. Con questo intendo che, il fenomeno di distrazione che mi sono auto procurata con l’uso e l’abuso – soprattutto l’abuso – di FB, mi ha letteralmente “piallato la mente”. Insomma, ero come l’automa di me stessa, una specie di alcolista da pixel, che è una cosa brutta brutta, da non augurare a nessuno.

Se non lo sapete già, dall’alcolismo non si guarisce, si può curare, ma, per farlo, è necessario non fare uso della “sostanza”, dell’alcol. Per sempre. Sticazzi.

Traslo questo concetto sulla dipendenza, lo è a tutti gli effetti, dai social: ti ammali, ne diventi dipendente e uscirne non è facile, ma, soprattutto se ti senti “guarito” e ci ritorni, dopo poco pochissimo tempo sei di nuovo dentro la spirale della dipendenza da like.

Attenzione, quindi. Lo dico a me stessa, ovviamente. Voi, pensateci su.

Ciò detto, nel mio breve periodo di rehab, ho – FINALMENTE! – messo mano a libri che, da troppo tempo, stavano a prendere la polvere. Lo confesso, odio fare la polvere.

Sono partita da un delizioso saggio di G. C. Giacobbe dal titolo “Alla ricerca delle coccole perdute“, dono della mia cara amica che, vedendomi depressa causa allontanamento dalla mia droga virtuale, dai miei fittizi abbracci, dalle paroline affettuose, ha ritenuto utile distrarre la mia mente con pensieri creativi. Grazie Ale, come sempre ci hai visto lontano!

Adoro i saggi di psicologia, ma mi piacciono quelli “facili”, quelli divulgativi perché nulla mi è più caro che poter essere fruitrice di concetti “impegnanti”, che prevedono conoscenze che non possiedo, in modo semplice e diretto tanto da poterli comprendere pure io, una Pimpretta triestina qualunque di mezza età -e che palle con questa faccenda dell’età! 🙂

Nella nostra evoluzione psicologica attraversiamo tre fasi: bambino, adulto, genitore. Leggete il saggio che tutto vi spiega, molto meglio del riassunto che potrei farvi qui.

Orbene, rileggere la propria vita, il proprio recente passato, il presente, le relazioni, specie quelle d’amore, in quest’ottica chiamiamola “evolutiva” apre orizzonti di conoscenza inaspettati. Così scopri che, se nella vita di tutti i giorni, nella tua passione tanguera ti senti una Giaguara impenitente, quando ti innamori (ma solo se ti innamori forte), gli artigli si spezzano all’improvviso e diventi un indifeso gattino.

I gattini sono adorabili, ci mancherebbe, ma il salto comportamentale dall’una figura all’altra (dall’adulto al bambino), di certo reca scompiglio nel malcapitato che, per ragioni indecifrabili, ha deciso di perdere la vita sfidando una selvaggia felina della foresta e si ritrova invece per le mani un cucciolo indifeso e miagolante!

La vita è divertente perché non smette mai di prenderci per il culo. E questo è un assioma che pure Socrate, se fosse vivo, sarebbe d’accordo con me. Quindi, tra lacrime e sorrisi, sbucciature di ginocchia e grandi imprese, ci mette costantemente alla prova.

E, la lezione ti arriva una domenica di maggio, mentre ti dedichi alla prima tintarella, con il libercolo in questione tra le mani che ti ricorda che, nel tuo agire sociale, devi indossare tutti e tre gli abiti comportamentali, non solo quello che preferisci, il tuo adorato maculato, che, se lo fai, la vita si incasina anche peggio.

Auguri.

Paradita

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QUANDO LA NEBBIA SI ALZA.

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Arriva un tempo in cui, la nebbia che ha velato il tuo sguardo, finalmente si dissipa permettendoti di intravvedere oltre.

Un panorama svelato, dopo anni di attesa, di immaginazione, di aspettative, può turbare una psiche già provata, ma tant’è. Per non vedere, per non sentire, spesso, si mettono in atto comportamenti che portano oblio, distacco, allontanamento da quel nucleo pulsante e doloroso che ci portiamo dentro.

E chi sono io per non aver agito in questo modo, per non essermi dedicata – inconsapevole –  a tutte quelle galanti manovre psicologiche atte a distogliere il mio sguardo dal luogo giusto in cui si doveva posare?

Il dolore, che si voglia o no, è parte della vita. Nel mondo ideale non esiste, ma noi siamo qui, chiusi in questa umana dimensione e lo dobbiamo sperimentare.

Cosa significa realmente “esistere” se non essere ciò che si è nella propria intima verità. La verità che dobbiamo a noi stessi e al mondo non sempre ci è gradita ma non abbiamo scampo: dobbiamo accettarla.

“Esistere in verità” significa farlo senza l’utilizzo di maschere, rappresentazioni costruite ad uso e consumo dell’altro.

Farne uso porta benefici immediatamente evidenti:

  • evita conflitti
  • promuove un’immagine sociale accettata
  • rende attrattivi verso il destinatari dei nostri comportamenti
  • ci permette di giocare con l’illusione che abbiamo creato di noi.
  • ci evita la sofferenza del contatto con il nostro vero nucleo mai improntato solo al bello e al buono.

La nebbia dissipata ha mostrato chi sono, un giovedì qualunque di un anno che definirei di merda pur sapendo che- in realtà – sarà quello della rinascita.

Al 90% sono maschera. Ho sepolto quasi subito la mia essenza da che ero bambina. Non mi conveniva mostrarmi come ero realmente perché, i genitori per primi, faticavano ad accettarmi così.

Ho iniziato con le bugie su cose piccole dapprima, solo per evitare quelle ramanzine demenziali che mi facevano. Funzionava, ci ho preso gusto. La bugia è infestante come la gramigna e, da piccole sciocche e poco importanti cose, è entrata nell’architettura profonda della mia personalità.

Ho iniziato a vivere a due binari: la maschera familiare/sociale che tutti si aspettavano da me e la vera sostanza.  Arriva il momento in cui, il limite tra i due aspetti di personalità, non è più definito ed ho perso il senso di me.

Sono verità difficilissime da raccontarsi, specie se, all’esterno, l’immagine creata funziona bene. Ad un certo punto il nucleo caldo esplode, caricato di un’energia divenuta incontrollabile.

Il “mascherato” ha bisogno dello specchio dell’altro per definire la sua esistenza, poiché, senza specchio, non può farlo, non sapendo chi è. Ha bisogno dell’altro come specchio per assumere a sé le caratteristiche migliori, i pregi, tutto ciò che, ai suoi occhi, rendono l’altro essere umano migliore, più giusto.

Capisco ora perché l’amore non ha mai baciato la mia vita, portandomi relazioni durevoli, come avrei desiderato, come l’ultima, quella su cui ho puntato tutto. Sicura, come ero, di avere incontrato la “mia persona”.

Non è possibile “incontrare” realmente nessuno se NON si è SE STESSI.

Esistere in verità significa indossare coraggiosamente la tela della propria personalità, mostrandola all’altro come un quadro prezioso. Il valore di questo quadro non è assoluto, lo è solo per il possessore – la sua unicità, ma va necessariamente condiviso, porto all’altro.

Che paura. Fragilità di cristallo, dolori sempre vividi, sogni forse irraggiungibili, quante cose di noi potremmo mostrare. Invece è più facile glissare, dissimulare, accontentarsi. Perché, se manco di verità, chi mi vede, non ha elementi per comprendere.

L’amore esiste e così pure la sana relazione. Il primo passo è amare la nostra mediocrità, amare l’incolmabile distanza che esiste tra noi e qualunque perfezione, amare la capacità di voler restare nel quadro che ci rappresenta, senza desiderare la vita degli altri o le loro qualità.

Un lavoro improbo. Si tratta di abbattere muri altissimi, credenze, illusioni eppure, lì dietro, ne sono certa, c’è il più bel paesaggio che siamo in grado di contemplare. Lì dietro, ci siamo noi.

Paradita

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UNA SPECIALE POZIONE ALCHEMICA.

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Quale è il confine, se c’è, tra ciò che comunemente definiamo amicizia e il sentimento dell’amore.

Ci ho pensato molto spesso, rendendomi conto che, nella mia vita, tutti coloro che sono stati Amori, sono sempre stati anche amici. E, in minor misura, sicuramente anche il contrario.

Gli Amici si contano sulle dita di una sola mano, almeno per me. Non sono tra coloro che portano avanti nel tempo frequentazioni dall’infanzia. Sarà per il mio vissuto, anni trascorsi tra l’Africa e l’Iran che – ahimè – mi hanno separato dai primi amici e amiche. Ma tant’è.

Le mie radici storiche, il lascito esistenziale di tutte le “me” che sono stata, restano appannaggio di pochissimi eletti, che, straordinariamente, pur da lontano, continuano a seguire le mie orme, fedeli. Amici di sempre.

Poi c’è il mondo delle scelte e delle scoperte di quella svariata e multiforme umanità che mi ha sfiorato, che ho cercato, che ho casualmente incontrato. Donne e uomini straordinari.

Come si diventa Amici, quale è quella sottile alchimia che fa sublimare la pozione che da una semplice conoscenza modifica le sue molecole a diventare parte di noi, specchio, croce e delizia delle nostre esistenze?

Mi piacerebbe scoprirlo.

L’età mi ha dotata di una certa spudoratezza che consiste nell’essere quella che sono, nel dire quello che penso, nel non avere paura delle conseguenze, men che meno dei giudizi. In questo panorama non semplice, mi si definisce “donna alfa”, ho avuto il dono, l’onore, la grazia di incontrare Anime che hanno scelto di starmi vicino. Amici che, di me, prendono il pacchetto completo, senza sconti, senza scuse.

Come si fa a scindere amicizia da amore? Come è possibile non provare riconoscenza per coloro che, indomiti e indomabili, non si rassegnano all’evidenza di un carattere a volte spinoso e difficile ma scelgono di “stare, di esserci”?

Quando si entra in una tale empatia, in una confidenza senza limite, in un tu ed io fusi insieme, come si può lasciare fuori l’amore?

Forse sono domande inutili, bisogno esclusivo di categorizzare, di mettere in una scatola sentimenti e legami che non hanno bisogno di essere catalogati.

Allora benedico l’Universo di aver raggiunto questa età della “ragione pura” che mi autorizza a circondarmi di chi ho di più caro, in un vortice di Amore che tutto colora e riscalda.

Amiche e Amici, siete il mio dono più prezioso. Finalmente l’ho capito.

Paradita

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LA FORZA DELLA FRAGILITA’

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Una riflessione di Patrizia Pedrini letta su Fb a proposito della fragilità e, a corolla, le sinapsi si accendono e inizio a pensare.

Non so, non mi fido poi troppo dei famosi “Trova la forza in te stesso”, “Fai tutto da te”, “Non dipendere da nessuno”. Non che non siano una lezione importante sotto moltissimi rispetti, soprattutto in circostanze sgradevoli. Poi però mi guardo dentro, e intorno, e non posso fare a meno di vedere un’umanità segreta che, più o meno silenziosamente, attende qualcuno che se la prenda a cuore e le dia una ragione per tirar fuori tutto ciò a cui realmente è destinata, tutto ciò che la rende felice, tutto ciò che, nel senso più nobile e pulito, la esalta. La fragilità, per come la vedo io, è un grandissimo dono di tutti, da amare e proteggere. Ed è proprio lei, la fragilità, la fragilità di tutti noi, ciò che rende in ultima analisi possibile l’aiuto vicendevole, il bene reciproco, l’autentico incontro e, almeno per quanto mi riguarda, la bellezza stessa del mondo”.

Penso a chi sono diventata e come. Quali sfumature sono giunte, ai colori che mi hanno arricchito e a quelli che ho perso.

“Fragilità”, sicuramente mi appartiene, forse più di quanto non sia disposta ad ammettere. E’ la prima volta che mi soffermo ad analizzarne il significato, il modo in cui risuona dentro di me.

Fragile: accosto il significato a una sfumatura di dolce e  di tenero. Ed ecco che percepisco, immediata, la contraddizione: più cresce la fragilità, più aumenta la resilienza, richiamando forza, indipendenza, autonomia, capacità di autogestione.

Il fragile che, al mondo, appare quello forte, il guerriero, il maestro, il motivatore. Il coraggio che deve indossare per sopravvivere a se stesso, diventa l’abito che lo presenta al mondo.

Contraddizioni, ambiguità e molta difficoltà a trovare il centro di se stesso e, soprattutto, il senso. Quella ragione di vivere che è il motore, l’essenza e la sostanza.

Non so dire, come l’amica Patrizia, se la fragilità, “… renda la bellezza stessa del mondo”. Di certo, ne rende la lettura più complessa ed affasciante. Un libro da interpretare e da scoprire.

E ho capito che è giunto il momento di togliere l’armatura, accettando la propria umanità debole e sbagliata, ma non per questo meno degna di altre.

Paradita

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TREDICESIMA E REGALI DI NATALE

Arrivata la tredicesima mensilità, non c’è scampo, bisogna affrontare il problema accantonato dei regali di Natale, doverosi e necessari.

Non sopporto dover fare regali a comando. Già che di mio non sono un granchè creativa dal quel punto di vista, salvo rare illuminazioni, quando poi sono costretta, è la fine… la creatività si prosciuga come una castagna secca che spacca i denti…

E non sopporto nemmeno che le persone care mi chiedano cosa desidero… e che ne so??? Più o meno acquisto con i miei mezzi le cose che mi servono e molto parzialmente anche quelle che desidero… per l’impossibile poi, mi sto organizzando…

Confesso che poi, quando ricevo dei pensierini natalizi da persone insospettabili, non  posso negare il piacere che ne ricavo… ma il dramma, il mio vero dramma esistenziale è pensare a qualcosa per ognuno… e non è nemmeno un problema di denaro da spendere che tanto in mano mia evapora subitissimo, sicchè sono abituata ad avere sempre le tasche vuote, è proprio L’IDEA CHE MI FREGA!!!

Per il momento mi limito a fare delle lunghissime liste di persone alle quali destinare un regalo e di immaginare cosa potrebbe essere, poi, regolarmente le imbuco in qualche tasca, tra qualche moleskina, in qualche borsa e non le trovo più. E riparto da zero…

Capite bene perchè il Natale commerciale non mi vada particolarmente a genio…

E voi, COME FATE A SOPRAVVIVERE A TUTTO QUESTO?

Amici Cari, è già venerdì, è ora che complili la mia lista…! 😀

BUON FINE SETTIMANA E … NON STANCATEVI TROPPO!

Pimpra

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GIOIE DEL PALATO

E’ quasi tutto a posto: cambio di stagione (una rottura di scatole senza precedenti) quasi concluso, mancano le adorate scarpe che sostituirò nel fine settimana.

La micro casa regala un senso di ordine (più o meno) come se ogni oggetto avesse una sua precisa collocazione e nulla fosse lasciato al caso.

Al momento negli armadi gli abiti e gli accessori sono disposti secondo sfumature di colore, in attesa di essere incasinati nel corso del tempo, infatti al successivo cambio di stagione l’armadio è una cacofonia decisamente fastiidiosa per il mio senso estetico.

Sono mediamente soddisfatta, non fosse che mi manca un dettaglio rilevantissimo nell’economia della mia nuova vita: IL CIBO.

Da che sono tornata a portare il mio cognome da nubile, il discorso "sana alimentazione" è stato lasciato come in sospeso… e adesso, dopo un anno di insanissime libagioni,  ho detto basta!

Basta nutrirmi di croccantini e insalate e mozzarella e gommose e morbide, vorrei assaporare il sapore di qualche buon pescione al forno, qualche gratin di quelli che mi piacciono, qualche golosità che fa sentire vivi e soddisfatti…

Ma…. come, dove?

Al ristorante mi piace andare mediamente, nel senso che ho maturato la convinzione che si mangia meglio in casa, piatti cucinati da sapienti mani, ingredienti conosciuti, nessuna contraffazione.

Il problema è che, la Pimpra, nonostante per molti anni abbia avuto la fortuna incredibile di gustare manicaretti sublimi e di assistere alla loro preparazione, non abbia appreso nulla!!!!

:-O

Al supermercato non so mai cosa comprare perciò la lista della spesa non mi serve nemmeno scriverla e l’ordine di ciò che metto nel carrello segue i corridoio del supermercato, come se la mia volontà contasse poco e niente: cialde di farro (colazione), liquirizia gommosa e morbida (momenti di relax e di stress), croccantini di mais (idem), indivia belga (sempre), mozzarelle (con l’indivia), grana (se corro molto), fagiolini in scatola, ratatouille in scatola, gertrude, salsine messicane. Mangio solo questo e, a lungo andare, mi è venuto a noia!

NON SO COME AFFRONTARE I FORNELLI!!!!

Chi di voi sa se esiste un servizio di cuochi a domicilio, decidiamo insieme il menu della settimana, compro gli ingredienti e il cuoco me li prepara, poi, SURGELO TUTTO e voilà, il gioco è fatto!!!!

CONOSCETE QUALCUNO?????

Amici Cari, è definitivo, mi serve la governante! 🙂

BUONA SERATA A VOI TUTTI!

Pimpra

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ANCHE IO VOGLIO….!

Ma di cosa ho da lamentarmi?

Non mi manca nulla, la mia vita – "a/dio/piacendo/" – vivo finalmente sui binari della serenità, mi diverto con lo sport, ho una intensa vita sociale, sono molto corteggiata, il lavoro che faccio è stimolante, mi sento davvero bene con me stessa… che volere di più dalla vita??? (Lucano a parte…)

… apro la pagina del quotidiano e che mi salta agli occhi???

Quella stupenda patatona della Canalis che amoreggia – ancora!!!- con l’uomo (per me) più fico del pianeta: George!!!

Sei stupida, direte, che idioti pensieri e paraogni ti metti a fare? La Pimpra vs la Canalis??? Fa ridere il solo pensiero!!!

E avete ragione da vendere però, pensavo tra me e me uno di questi giorni, mentre nel salotto buono della città vedevo camminare a braccetto coppie improbabili di giovini donne con attempati ma eleganti signori, che, nella vita, una deve anche osare.

Nella vita bisogna puntare il naso verso il cielo, guardare su…

Perchè, ne sono sicura, nemmeno la Canalis immaginava il colpaccio che poi ha fatto con il bel George, anche le bellissime e famose sanno di avere dei limiti e lui è nell’Empireo degli uomini impossibili… eppure…

Da oggi la mia vita cambierà: per me voglio solo IL MEGLIO! e per averlo è sufficiente credere fortemente di meritarselo.

… Vi farò sapere se la teoria produce gli effetti sperati! 😉

Amici Cari, l’autunno è decisamente alle porte. Non so come la prendiate voi ma io non sono contenta per niente… mi consolerò immaginando per me una vita da favola… in fondo è gratis! 😀

BUONA SERATA A TUTTI!

Pimpra

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TEMP(I)O PREZIOSO VS ANORESSIA E BULIMIA

… credevo di averlo curato, di prestare attenzione ai messaggi che mi mandava, assecondandolo, coccolandolo… invece… la mia voglia di fare, il mio eccesso di energia, di dinamismo… mi hanno fatto quasi fermare.

Dico quasi perchè spero di salvare ancora la situazione di renderlo ancora atto a…

Una tendinite devastante esplosa ieri… dopo l’ultima ripetuta sui 200… un dolore sordo, il piede che non sostiene più l’impalcatura soprastante…

Poco male, lo curerò. Mi aspetta una dolorosa mesoterapia e ghiaccio a uffete ma, speriamo che il dolore e l’infiammazione passino….

* + *  * + *  * + *  * + *  * + *  * + *  * + *  * + *  * + * + * + * + * + * +

Per un atleta niente è più prezioso del corpo che gli è toccato in sorte. Lo cura, lo coccola, lo ama, anche se a volte ci litiga perchè vorrebbe che lui, il corpo, regalasse sempre soddisfazioni, prestazioni migliorate, tempi da battere, avversari sui quali avere la meglio.

Lo sport, come a volte la vita, però, non perdona. E’ necessario essere motivati, costanti, umili, accettare fatica-dolore-delusione. Lo sport è formativo, si sa, insegna ad apprezzare ciò che si è, quello che si ha e a darsi da fare -veramente- per avere/ottenere di più.

Non conosco sportivi che non abbiano una serena e dialettica relazione con il loro corpo. Si ama negli aspetti positivi, si accettano gli elementi negativi, perchè più di tanto non si possono cancellare/annientare.

Scrivo un tanto per tutte le ragazze anoressiche e bulimiche che conosco, che non riescono a trovare pace e a dare un senso alla loro esistenza "fisica".

Ho avuto per anni e anni i miei bei problemi pure io ed è per questo che mi permetto di parlare.

Ne sono uscita per una serie di fattori anche legati al crescere dell’età: sono decisamente più "in gamba" (ah, ah, ah!) e matura adesso di prima….

Il messaggio che vorrei tanto mandare da questo mio spazio virtuale è di trovare il senso del proprio esistere, cercare in un armonioso dialogo con se stessi, il motivo per cui siamo come siamo, capire e iniziare la strada della sana, serena accettazione.

Poi il gioco diventa, tutto sommato, abbastanza semplice: basta valorizzare, rendendolo unico, quello che siamo e come gli altri ci vedono.

Perchè non è difficile dare un immagine positiva, attraente di noi stessi se, quella stessa immagine positiva, è dentro di noi.

Banale ma assolutamente efficace. Poi, un giorno, senza nemmeno capire perchè, il Principe Azzurro vi noterà nella massa informe di tutte le donne omologate e vi tenderà la mano…

… Provare per credere…! 😉

Amici Cari, che dire se non che la mia volontà mi porterà nelle dolci braccia del tango stasera, augurandomi di volare tra le note…

BUON FINE SETTIMANA A TUTTI.. qui è prevista una gran pioggia… ufffff…

Pimpra

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NO COMPRENDO!

Anno che inizia carico di speranze, desideroso di novità, in corsa per mille avventure, consapevole dei cambiamenti necessari…

TANGO: il mistero di come ballare in milonga.

Perchè comprendere talune dinamiche ha sempre un sapore perverso. Prima, o Franchetto o morte che nessuno mi invitava, ero una donna accoppiata.

Adesso, da single senza cavaliere, resta sempre (o quasi sempre) uno strazio.

LO STRAZIO DELL’ATTESA.

Il mio ex mi dice:"Devi investire in 5-6 mesi di agonia, attendere a bordo pista con un bel sorriso stampato sulla faccia e vedi che poi qualcosa succede e che alla fine di questo periodo di rodaggio, non avrai piedi per ballare!"

E’ così difficile stare ad aspettare mentre gli uomini ti guardano decidendo se per quella tanda desiderano assaggiare le ciliegie o le pesche e tu – ovviamente- sei uva…

COME FACCIO A SUPERARE IL TERRIFICANTE IMBARAZZO CHE QUESTO TIPO DI SITUAZIONE MI PORTA????

SONO TIMIDA DA MORIRE QUANDO MI TOCCA FARE LA STATUINA!!!!

Non ho un pensiero che mi aiuti a stamparmi il sorriso sulla faccia, non ho una sensazione alla quale fare ricorso per farmi passare il tempo tra un invito e il successivo.

Pimpra di solito si dà alla fuga. E mi dicono, va sempre via prima del clou della festa….

… purtroppo nemmeno ubriacarmi serve… anzi… se poi uno sventurato mi dovesse invitare, dovrebbe più che altro cercare di non farmi cadere a terra, perchè a quel punto l’alcol non mi ha tolto solo le inibizioni ma tutto l’equilibrio!!!…

In buona sostanza, se la previsione di Franchetto è corretta, a giugno – FINALMENTE!!!- in pista ci sarò spesso e mi divertirò come una matta!!!

… Saprò attendere così a lungo????

Amici Cari, sono carica come una turbina elettrica, l’anno nuovo è arrivato e non bisogna più perdere tempo è giunto il momento di AGIRE!!!

BUONA CONTINUAZIONE DI GIORNATA!

Pimpra

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AFFACCIATA SUL MONDO

Ridendo con amici sul modo di conoscere persone nuove che non sia sbatterci addosso o incontrarle in discoteca o, peggio ancora, tampinarle sul luogo di lavoro, un amico molto teconolgico mi ha detto "Pimpra, devi iscriverti su Facebook!"

Pimpretta che ama la teconolgia ma rimane fondamentalmente un animale ruspante, ha subito chiesto delucidazioni in merito al sito, scoprendo che esiste tutta una rete, un mondo virtuale, nel quale poter immettere i propri dati, fotografia e ben sperare accada qualcosa…

Detto fatto anche io ho il mio bel account: Pimpra Limpra

Morale: ricevo fiori, regali virtuali di tutti i generi ma, di fatto, non accade nulla!  🙂

Chi mi sa spiegare il funzionamento "occculto" dell’ambito sistema… a me qualcosa, evidentemente, sfugge! 😉

Amici Cari, fuori c’è il sole ed io ho una voglia pazzesca di scappare via…

BUONA SERATA A TUTTI!

Pimpra

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